ROSAZZA
IL Borgo dei misteri
indicazioni stradali
Breve nozione di storia
Rosazza è un incantevole borgo montano situato nella provincia di Biella, abbracciato tra la meravigliosa valle del Lys e la suggestiva Valsesia. Questa terra, che in passato fu vissuta dal popolo celtico, è ricca di castagneti e di suggestioni paesaggistiche di rara bellezza.
La storia di Rosazza è stata segnata dall’acquisizione della sua autonomia nel 1906, un evento storico significativo che ha permesso l’inclusione delle frazioni di Beccara e Vittone nell’ambito comunale. Tuttavia, il percorso verso questa indipendenza non è stato facile, come dimostrano i conflitti con il vicino villaggio di Piedicavallo, in seguito alla dissoluzione del marchesato di Andorno nel XVIII secolo, culminato con il furto di una delle preziose croci della città nel 1765.
Nonostante queste vicissitudini, Rosazza conserva ancora oggi un prezioso patrimonio artistico e culturale, frutto dell’impegno e della dedizione di illustri cittadini come Federico Rosazza. Dopo la perdita della moglie e della figlia, infatti, egli si impegnò a costruire diversi edifici di grande pregio architettonico, tra cui il suggestivo castello con la torre guelfa, il municipio e numerose fontane, contribuendo in modo significativo alla trasformazione di questa terra in un importante centro culturale e turistico.
I misteriosi aspetti di questa terra ancora attendono di essere indagati e scoperti, e rappresentano un’importante opportunità per avvicinarsi a questa piccola perla dell’Alta Italia.
Lo sapevate che...
La struttura architettonica di Rosazza è stata oggetto di dibattito per anni. Secondo la leggenda, Federico Rosazza avrebbe seguito scrupolosamente le indicazioni di uno “spirito guida” evocato dal Maffei, in ogni scelta relativa alla progettazione e all’arte. Pertanto, la città è disseminata di simboli del passato, di origini varie, tra cui il medievale, preistorico e ottocentesco. Tuttavia, queste decorazioni sono state erronamente attribuite alla massoneria, senza alcuna prova tangibile che Filippo fosse effettivamente un massone. Certo è che egli era un appassionato dell’occulto e della sua città natale. La scarsa coerenza delle scelte architettoniche potrebbe dunque derivare dalla peculiarità del suo spirito creativo, piuttosto che da adesioni al mondo massonico.
La Prima donna massonica
La prima donna a essere ammessa nella massoneria sarebbe stata Elizabeth Aldworth, la quale avrebbe assistito alle funzioni di un incontro di una loggia che si teneva a casa di suo padre primo Visconte Doneraile, un abitante della Contea di Cork, Irlanda. Nella prima parte del XVIII secolo era uso comune che le logge si riunissero regolarmente in case private, Elizabeth avrebbe rimosso un mattone e avrebbe visto la cerimonia dalla stanza adiacente; dopo essere stata scoperta, la situazione di Elizabeth fu discussa dalla loggia e fu deciso d’iniziarla alla massoneria e quando morì le fu accordato l’onore di una sepoltura massonica.
Repressione della massoneria
Nei paesi comunisti la massoneria è generalmente proibita, fatta eccezione per Cuba, dove viene tollerata da sempre.
In Italia, nel 1925, durante il periodo fascista, la massoneria fu dichiarata illegale e molte logge furono danneggiate dai fascisti poco prima della legge di divieto.
Nel 1981 fu scoperta la loggia massonica Propaganda Massonica, affiliata al Grande Oriente d’Italia, la quale fu successivamente sciolta dal Parlamento italiano nel 1982 tramite la legge del 25 gennaio.
Luoghi da visitare
Le Fontanelle
Esplorando il pittoresco borgo di Rosazza, non potrete non notare le numerose fontane distribuite lungo le vie del paese. Conosciute come “Parlanti”, queste fontane presentano un’insolita caratteristica: un cartiglio che conduce i visitatori nella tradizione muraria della zona.
Pur presentando delle notevoli differenze tra loro, ogni fontana esibisce sempre i medesimi iconici simboli: la rosa e la stella a cinque punte.
Lasciate che il fascino e la bellezza di questo luogo vi guidino in un’avventura indimenticabile.
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Il castello
A prima vista, il castello appare come un’opera antica, nonostante la sua età reale. L’ingresso, infatti, presenta una fedele riproduzione dell’arco di Volterra, opera etrusca del IV secolo a.C.
La torre guelfa, che risalta nella struttura del castello, richiama i templi di Paestum, grazie ai suoi muri e colonne. Il giardino che circonda il complesso aggiunge fascino e bellezza al contesto.
Il castello, come molte altre opere nel paese, fu commissionato dallo stesso Senatore, che lo adibiva a residenza estiva.
La visita è possibile dal 2 giugno al 13 ottobre, alla domenica dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00.
Il cimitero
Non potete assolutamente perdervi una visita al cimitero monumentale, che si raggiunge attraversando un maestoso ponte di pietra a tre arcate, con un panorama mozzafiato che vi lascerà senza fiato!
Nonostante possa sembrare strano, ho trovato questo luogo affascinante, con le sue tombe risalenti al 1800 e una storia particolare che ne avvolge ogni angolo.
Tra le lapidi, vagando tra una leggera foschia, la mia mente ha cominciato a tessere una trama gotica per un romanzo che potrei scrivere.
Chiesa dei Santi Pietro e Giorgio
La costruzione della chiesa è iniziata nel 1876 e fu terminata quattro anni dopo su disegno del pittore Giuseppe Maffei.
La chiesa parrocchiale è dedicata ai santi Pietro e Giorgio, sorta per volontà del filantropo Federico Rosazza Pistolet.
Un tempo qui sorgeva il cimitero, spostato nel luogo dove si trova tuttora, per far spazio alla chiesa che è stata costruita dando largo respiro a simbologie massoniche e pagane.
Nella chiesa orientata a est si possono trovare la stella a cinque punte, la svastica, la clessidra…
All’interno si trovano anche le statue dei due fondatori e quella della “donna portatrice” che reca sulla sua spalla la pietra della fondazione della chiesa.
Il soffitto, impreziosito dagli affreschi, offre una fantastica vista di una volta stellata, illuminata dalla luce riflessa delle ampie vetrate della Chiesa.
Galleria Rosazza
La strada che dal Santuario di San Giovanni sale alla Galleria Rosazza per scendere poi al Santuario di Oropa, la galleria stessa con annessa Locanda e gli edifici lungo il percorso, furono ideati e costruiti in otto anni dal 1889 al 1897 sempre da Federico Rosazza Pistolet.
Come per quasi tutti i suoi progetti si avvalse della collaborazione di Giuseppe Maffei.
La valle Cervo e il Biellese in generale devono molto al genio e alla generosità di Federico e del suo collaboratore visionario, che oltre agli edifici di Rosazza, creò la strada di collegamento tra le due valli, Oropa e Cervo ( per via del poco tempo non siamo riusciti a visitarla) e la galleria che le unisce sotto al colle della Colma.
Per la costruzione furono chiamati famosi ed esperti scalpellini in gran numero, grazie alla scelta di Federico e Maffei di non adoperare la perforatrice meccanica.
Le cronache di quel periodo attestano salari fra i più alti dell’epoca sia per gli uomini che per le donne.
Questo monumentale lavoro, realizzato sotto l’esperta direzione dei lavori dell’abile scalpellino Battista Rosazza Bertina, fu denigrato e osteggiato da gran parte degli industriali biellesi che avrebbero voluto un tracciato più in basso a mezza costa.
Si dice che il Maffei abbia risposto in modo lungimirante: “gli dispiaceva non capissero l’importanza di seguire il tracciato più alto: quella sarebbe stata un strada percorsa non solo per scambi commerciali o dai pellegrini, ma anche da turisti che ne avrebbero apprezzato il panorama.”
Oggi la strada è percorsa da migliaia di auto, bici e soprattutto moto, che possono attraversare il biellese restando in quota.
Il Palazzo Municipale
L’attuale palazzo comunale, progettato da Giuseppe Maffei nel 1880-81, fu voluto in origine da Federico Rosazza per ospitare la sede del municipio di Piedicavallo, paese dal quale al tempo anche Rosazza dipendeva amministrativamente.
L’edificio divenne invece sede del comune di Rosazza nel 1909 a seguito dell’autonomia comunale ottenuta nel 1906
Dell’edificio, del quale Giuseppe Maffei curò anche i più minuti dettagli decorativi, sono particolarmente degne di nota la torre ornata da merlature ghibelline e l’armoniosa scala di marmo bianco che dà accesso ai piani superiori.
memories
Dove abbiamo mangiato
Il ristoro della Valligiana
Dopo un’entusiasmante esplorazione delle vie di Rosazza, siamo stati attratti come calamite dall’unica oasi gastronomica del paese. E dove altro se non nell’area giochi per bambini?!
Ci ha accolto all’aperto, una simpaticissima cameriera , pronta a coccolarci e farci sentire come a casa. Purtroppo, a causa dell’odierna emergenza Covid, non abbiamo potuto gustare il nostro pasto al chiuso, ma almeno abbiamo potuto godere dell’aria fresca della montagna.
La nostra attenzione si è subito rivolta alla lavagnetta con il menù scritto a mano, dove ho trovato ispirazione nel brasato al Barolo con patate al forno, un piatto così delizioso che ho addirittura fatto la scarpetta al piatto!
Non da meno il piatto di mio marito, degli gnocchi al gorgonzola con una spolverata di noci, un’ottima scelta per il suo palato esigente.
Il tutto accompagnato da birra e tè freddo, ma poi siamo passati al “dopo pasto” con il mio latte macchiato e il dolce di mio marito alla frolla ripiena di lamponi ciliegie e ribes, veramente squisita!
Siamo rimasti talmente soddisfatti che non abbiamo potuto fare a meno di complimentarci con Rita, la maga dei fornelli! E il conto? 31 euro.
Se fossimo stati a casa quel giorno, avrei sicuramente ordinato il brasato da portar via, solo per il gusto di riprovare quella delizia.
Sì, Rosazza ci ha conquistati, anche solo per il piacere di gustare un pasto così saporito!
Leggende su Rosazza
La leggenda del lago
Si racconta che nel 1600 una bellissima fanciulla era legata sentimentalmente ad un giovane che, purtroppo, partì per la guerra. La fanciulla lo aspettò per anni finché un bel giovane affascinante, arrivò in paese e, folgorato dalla bellezza della fanciulla, iniziò a farle una corte serrata. La ragazza inizialmente resistette ma poi, non ricevendo notizie dell’amato e pensando che si fosse dimenticata di lei, cedette alla corte del giovane torinese.
Ma ben presto a Rosazza arrivò la notizia della morte del giovane.
Il giorno del matrimonio della fanciulla col torinese in chiesa apparve uno strano personaggio, nascosto da un mantello. La madre della ragazza vedendo il fantasma morì di infarto e la promessa sposa, colta da profondi sensi di colpa, scappò dalla chiesa e si rifugiò tra le montagne. La ritrovarono morta sulle sponde del lago e da allora la sua anima continua a vagare, con un lugubre lamento che condanna gli infedeli in amore.
Direi una tragica vicenda!
La Masca di Rosazza
Le masche sono una figura di rilievo nel folclore e nella credenza popolare piemontese: generalmente sono donne apparentemente normali, ma dotate di facoltà sovrannaturali tramandate da madre in figlia o da nonna in nipote, o per lascito volontario ad una donna giovane.
Secondo la tradizione, i poteri delle masche comprendono l’immortalità, ma non l’eterna giovinezza o la salute: sono quindi vulnerabili e soggette alle malattie e all’invecchiamento. Quando decidono di averne abbastanza di questa vita, per poter morire devono trasmettere i poteri ad un’altra creatura vivente, che spesso è una giovane della famiglia, ma alcune volte può essere un animale o un vegetale.
Anche Rosazza aveva la sua masca, e quando morì, in breve tempo, il suo corpo venne coperto dalle formiche, segno sicuro che la donna era veramente una masca.
Le chicche di Pamela
Libri che vi consiglio
Se volete conoscere il personaggio che ha creato il borgo dando il suo nome, vi consiglio di leggere il libro:
Federico Rosazza Pistolet. Un filantropo biellese di Eventi & Progetti Editore, non è facile da trovare vi avviso.
Cinematografia
Sono letteralmente saltata sulla sedia quando ho scoperto che il film “The Broken Key” ha girato un’intera scena proprio a Rosazza, sotto la direzione del talentuoso Louis Nero! E quanto è sorprendente sapere che anche Christopher Lambert ha fatto parte del cast, interpretando addirittura il senatore Federico Rosazza! Ma non è finita qui: ho appreso che il maestro Stephen King ha venduto i diritti di un suo racconto per un solo dollaro, dando la possibilità al regista Massimo Volta di realizzare “Nona”, basato sulla quattordicesima storia di “Scheletri”, proprio a Rosazza e nella suggestiva Valle Cervo!
E nonostante tutto ciò, la mia passione per il misterioso borgo non si è esaurita. Ho visto ogni documentario possibile e immaginato ogni possibile scenario fantastico, finché non ho finalmente avuto la fortuna di visitarlo in persona.
Dove abbiamo soggiornato
CasAda
CasAda è situata a circa 30 km da Rosazza e 18 da Biella.
La camera è un abbraccio caldo e piacevole per rigenerarsi a 360 gradi. A proposito, la storia dell’abitazione è così avvincente che non potrete resistere alla tentazione di chiederla a Fabrizia.
E se questo non fosse abbastanza, troverete un bollitore con una selezione di tè e tisane e snack per stuzzicare la golosità, oltre a libri di tutti i tipi per riempire il tempo libero.
Ma il bagno è davvero il capolavoro di CasAda: una vasca idromassaggio e una doccia a parte, con degli accessori extra che regalano una sensazione di estasi.
La colazione è molto abbondante e golosa. Non manca nemmeno un salottino apposito per gli ospiti, dove si può passare il tempo conversando, leggendo o guardando la tv.
Nessuno dovrebbe perdere l’opportunità di soggiornare in questo paradiso della pace, soprattutto se si vuole godere dei dintorni di Biella e rilassarsi.
Prenotate subito e scoprite l’abilità di CasAda nel farvi sentire coccolati e felici, prezzo ottimo!
La tua guida
Ciao
sono Pamela appassionata di viaggi, borghi e castelli medievali, ho un debole per le armature e quando le vedo non resisto a non toccarle!
Nel tempo libero mi piace immergermi nella lettura, mi definisco una divoratrice di libri e amo la natura e gli animali, i miei preferiti sono i cani e gli asinelli.
Ma soprattutto amo scrivere.
Se ti piacciono i romanzi gialli, dovresti dare un’occhiata ai miei ultimi titoli!
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