VOLTERRA
meraviglia nel cuore della Toscana
indicazioni stradali
Breve nozione di storia
Volterra, originariamente chiamata Velathri nella lingua etrusca, è stata una delle principali città della confederazione etrusca.
Le maestose mura antiche, che un tempo si estendevano per oltre sei chilometri – il doppio di quelle esistenti oggi – rimandano a un passato glorioso e presentano un punto fisso per lo sviluppo della città.
Grazie al suo isolamento, il borgo è stato capace di mantenere intatto il suo aspetto in stile medievale, creando un’atmosfera unica e suggestiva. Camminare per le strade di Volterra è come fare un viaggio indietro nel tempo, con la possibilità di immergersi nella storia antica, come testimoniato dai resti di un teatro romano del I secolo a.C. nella località di Vallebuona, riportato alla luce attraverso gli scavi archeologici.
La città ha vissuto numerose dominazioni, dal periodo romano alla caduta della signoria medicea, e questo si riflette nelle strade del borgo, come ad esempio nel nome delle vie dalle connotazioni insolite, come via delle Prigioni o vicolo delle Prigioni.
Una delle opere più importanti realizzate durante il Medioevo fu la costruzione della celebre via Francigena, che divenne un’importante via di collegamento tra l’Italia e la Francia, e contribuì alla prosperità di Siena.
Oggi Volterra è conosciuta soprattutto per la sua preziosa lavorazione dell’alabastro, che fornisce uno dei prodotti più importanti del territorio.
La città è stata riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, grazie alla sua affascinante storia e alla conservazione attenta del suo patrimonio culturale.
Lo sapevate che...
Volterra ospita il suo Palio del Cero il 2 giugno, una celebrazione religiosa che prevedeva la donazione di cera alle chiese della città. Questa competizione fisicamente impegnativa ha origini nel Cinquecento e consisteva nel correre con delle macchine di legno pesanti su cui erano posti grandi ceri. Oggi la Corsa dei Ceri si svolge in Piazza dei Priori, dove otto contrade, ciascuna con otto tiratori (sei uomini e due donne), si sfidano con un metodo unico di tiro alla fune. La particolarità della competizione è data dalla presenza di una torre al centro del campo di gioco, sulla cui cima si trova il cero. La squadra vincitrice si aggiudica il prestigioso Palio del Cero e il bandierone con i colori bianco e rosso del Comune.
Per gli amanti delle rievocazioni storiche, la seconda e terza domenica di agosto si tiene “Volterra A.D. 1398”. Il 2 giugno è invece dedicato al “UT ARMENTUR BALISTARII”, un torneo di tiro con la balestra antica da banco a cui partecipano i balestrieri della Compagnia volterrana per conquistare il titolo di Priore dei Balestrieri.
La prima domenica di settembre si svolge l’Astiludio, una gara tra quattro squadre di sbandieratori, mentre l’ultima domenica di ottobre vede protagoniste le Contrade della Città nella corsa dei Caci Volterrani. La gara si svolge in costume medievale sulla ripida Via Franceschini e prevede il rovesciamento di piccole forme di cacio volterrano.
Un evento davvero imperdibile per gli appassionati della storia locale.
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Luoghi da visitare
Duomo e il Battistero
Il Duomo di questa città è stato eretto intorno al 1120 in onore di Santa Maria Assunta. All’entrata si può ammirare un portale realizzato con marmi romani provenienti dal Teatro romano di Vallebuona. L’interno è composto da tre navate a croce latina, dove l’influenza tardo-rinascimentale è particolarmente evidente.
Tuttavia, come molte chiese italiane, ha subito numerosi interventi e modifiche nel corso dei secoli, che hanno in gran parte alterato la sua forma originaria.
Il Duomo e il Battistero di San Giovanni si trovano di fronte l’uno all’altro, ma ci sono edifici religiosi più antichi nella città. La Badia Camaldolese, costruita nel 1030, un tempo fu un noto centro culturale e artistico, nonché sede di importanti opere di artisti del calibro di Botticelli e Ghirlandaio. Al suo interno si trovava inoltre una biblioteca contenente rarissimi manoscritti e incunaboli.
Purtroppo, l’edificio versa oggi in uno stato di abbandono.
Fortezza Medicea
Situata sulla cima del monte volterrano, la fortezza è composta da due corpi di fabbrica: la Rocca Antica e la Rocca Nuova. Essi sono uniti da una doppia cortina coronata da un ballatoio sorretto da archetti pensili, conosciuto come Cammino di Ronda.
La Rocca Nuova fu eretta da Lorenzo de Medici in sostituzione del Palazzo dei Vescovi distrutto dai fiorentini nel 1472. Essa è formata da un ampio quadrato di pietra con gli angoli terminanti in baluardi circolari, ed è sormontata dalla Torre del Mastio.
Inizialmente, la fortezza fu destinata a scopi militari e successivamente a prigione politica, ospitando sia gli avversari dei Medici che i patrioti del Risorgimento Nazionale.
Negli ultimi decenni, il carcere di Volterra, famosa Casa di Reclusione, è stato diviso in due distinti circuiti penitenziari: il circuito alta sicurezza, destinato ai detenuti appartenenti alla criminalità organizzata, e il circuito di media sicurezza, riservato ai detenuti estranei alla criminalità organizzata. Nel 2013, questo ultimo circuito è stato riconvertito in un istituto penale dedicato esclusivamente ai detenuti di media sicurezza.
Un vero peccato non poterla visitare.
Palazzo Viti
In epoca rinascimentale, il nobile Attilio Incontri, ministro del Granduca di Toscana, eresse il sontuoso Palazzo Viti-Incontri, esempio di architettura che coniuga elementi del Rinascimento e del Barocco.
Nel corso dell’Ottocento, la ricca famiglia Viti acquisì il resto della proprietà e, seguendo le mode dell’epoca, fece costruire il secondo piano del palazzo e lo decorò con sontuosità.
Oggi, il palazzo ospita il Teatro Persio Flacco e 12 sale aperte al pubblico, dove si possono ammirare oggetti pregiati risalenti anche al Cinquecento. Tra questi spiccano alabastri antichi, libri preziosi, oggetti provenienti dall’Oriente, mobili italiani di vari secoli e una pregevole collezione di dipinti.
La visita a Palazzo Viti-Incontri è un’occasione unica per immergersi nella storia e nell’arte dell’antica Volterra.
La Pinacoteca e il Museo Civico
Volterra vantava una pregiata collezione di opere d’arte, ma purtroppo queste erano disseminate tra vari luoghi come il Palazzo dei Priori, il Duomo e collezioni private. È stato pertanto necessario un’attenta opera di catalogazione e posizionamento, al fine di garantire la loro fruibilità e la loro valorizzazione in maniera unitaria e professionale.
Nel corso del primo Novecento, l’illustre storico dell’arte Corrado Ricci ebbe a raccogliere le prime testimonianze che avrebbero dato il via alle attività della Pinacoteca e del Museo civico. Da allora, la collezione ha trovato la propria dimora presso Palazzo Minucci Solaini, sito in Via dei Sarti, a partire dal 1982.
Al suo interno, offre un vasto e considerevole patrimonio artistico, comprendente capolavori di altissima rilevanza. Tra questi spicca un polittico dell’illustre Taddeo di Bartolo, in cui la Vergine con il Bambino troneggia su di uno sfondo dorato, affiancata dai Santi Antonio A. Giovanni B. e Francesco.
Ma non solo. Ultimata la valutazione dei capolavori contemplati in tale collezione, risaltano altresì la grande pala del Cristo in gloria, commissionata dal medesimo Lorenzo de’ Medici al celebre Ghirlandaio, nonché le eccezionali opere di Luca Signorelli, quali la raffigurazione della Madonna con il Bambino e i Santi, insieme all’Annunciazione.
Accanto a queste meraviglie, si trova la gemma inestimabile del museo: la Deposizione dalla croce del commosso Rosso Fiorentino, datata 1521.
Teatro romano
Negli anni Cinquanta, grazie alle ricerche archeologiche di Enrico Fiumi, storico di Volterra, il teatro romano venne riportato alla luce nella località di Vallebuona. Per l’esecuzione dei lavori furono impiegati alcuni dei ricoverati dell’Ospedale psichiatrico di Volterra, come testimoniato da una targa collocata all’ingresso dell’edificio.
Risalente alla fine del primo secolo a.C., il monumento fu finanziato dalla famiglia volterrana dei Caecina, in particolare dai consoli Gaio Cecina Largo e Aulo Cecina Severo, come attestato dall’epigrafe dedicatoria del teatro conservata presso il Museo etrusco Guarnacci.
Situato in una zona della città anticamente non occupata da costruzioni etrusche, il teatro occupava in parte il pendio naturale del terreno e poteva ospitare circa 3500 spettatori.
Attualmente, i resti degli antichi edifici sono visitabili all’interno dell’area archeologica, accessibile dalla zona superiore, subito fuori Porta Fiorentina. Nel periodo estivo, il teatro viene utilizzato raramente per rappresentazioni teatrali.
Dove abbiamo mangiato
Le cantine del palazzo.
Siamo giunti al pittoresco borgo a ora di pranzo, con un oculato appetito, e dopo aver curiosato in giro, abbiamo deciso di fermarci alle “Cantine del Palazzo”.
Questo locale, situato in Via dei Sarti 39 a soli 50 metri dalla Piazza Priori, occupa gli spazi sotterranei del Palazzo Viti.
Nonostante l’ingresso modesto, l’interno è caratterizzato da ampi ambienti di diverse dimensioni, che si intersecano e si congiungono come in un articolato labirinto. Ci siamo seduti all’esterno sulla terrazza, da dove si gode una splendida vista del Teatro Romano, noto simbolo del borgo.
Abbiamo provato l’antipasto misto “Il divino Etrusco” con salumi senesi e formaggi locali, sorprendentemente delizioso, così come i primi piatti che ci sono stati serviti.
La cortesia e l’accoglienza riservateci dal personale sono state altrettanto apprezzate. Siamo stati lieti di vedere che hanno risposto con cura e dettaglio a tutte le nostre domande sul luogo.
Se dovessimo tornare in questa splendida località, sicuramente opteremmo nuovamente per questo ristorante per il nostro pasto.
Leggende su Volterra
Streghe
Pare che proprio a Volterra sia vissuta la prima strega!
A Volterra, in un tempo di povertà, malattie e carestie, viveva la prima strega, Aradia, figlia della Dea Diana. La Chiesa la giudicò e la imprigionò, ma la sua cella fu trovata vuota quando arrivò il giorno dell’esecuzione.
Le streghe di Volterra erano famose in tutta Italia per la loro potenza e ogni sabato si ritrovavano vicino al masso della Mandringa, un sasso con una crepa sotto cui scorrevano le limpide acque di una fonte che veniva usata per riti satanici. Durante queste riunioni, il luogo diventava spettrale con nebbie, freddo pungente e il cinguettio senza fine di civette.
Anche il poeta Gabriele D’Annunzio fu affascinato da queste storie, e scrisse del masso della Mandringa.
““Era però il sabato notte, poco prima che l’orologio di Piazza scandisse la fine di un altro giorno, un fruscio lento e rabbrividente penetrava l’aria già greve e pregna di zolfo, seguito da un brusio che, sempre più marcato ed intenso, faceva da macabro preludio alla vorticosa danza delle streghe. Le donne e i ragazzi ascoltavano terrorizzati nel dormiveglia le voci stridule e sghignazzanti delle streghe e, quando il lugubre stridio della civetta e il lamentoso miagolio dei gatti annunciavano l’arrivo di altre entità malvagie, neppure gli uomini avevano il coraggio di uscire di casa. Sull’orlo delle Balze, un’altra notte di tregenda si stava consumando in onore del Principe delle Tenebre, ai piedi delle antiche mura, fra il sacro tempio dei Patroni e il diruto cenobio dei Camaldolesi”.
Il fantasma del vescovo.
Recentemente si è diffusa la notizia della visita di un ospite insolito: un fantasma del clero, che si aggirerebbe tra i corridoi e le stanze dell’ex Seminario di Sant’Andrea, ora trasformato in albergo.
Pare che sia stato avvistato da turisti e volterrani, a passeggio per i corridoi e le stanze che un tempo erano quelle del Seminario di Sant’Andrea. E non è finita qui: sembra che lo spirito dell’alto prelato abbia una fissa per un’antica poltrona in una camera, dove si siede a contemplare assorto. Qualcuno lo aveva scambiato per un quadro, ma si è ripensato subito quando ha visto il suo viso muoversi di scatto!
Personalmente, sarei curiosa di incontrarlo e chiacchierare un po’. Chissà che sorprese potremmo scoprire da questo ospite fuori dal comune!
Dolci Ricciarelli
Ci sono due leggende intriganti che ruotano attorno ai deliziosi biscotti Ricciarelli. La prima narra di un crociato toscano, Ricciardetto della Gherardesca, che tornò a Volterra con una ricetta a base di mandorle e miele di origine orientale. Questa prelibatezza divenne poi nota come “ricciarelli” in onore del suo nome. Ma c’è di più. Alcuni studiosi sostengono che il nome dei dolci derivi invece dalle scarpe arricciate dei sultani arabi.
La seconda leggenda coinvolge Daniele Ricciarelli, un membro della famiglia volterrana di nobili e magistrati. Quest’uomo era un talentuoso pittore noto come il Braghettone. Nel 1565, poco dopo la condanna della nudità nell’arte religiosa da parte del Concilio di Trento, Daniele venne incaricato di coprire i genitali dell’Affresco del Giudizio Universale nella Cappella Sistina con vestiti e foglie di fico. Ma i volterrani credono che Daniele abbia lasciato un altro importante lascito: il nome dei nostri amati biscotti “ricciarelli”. Non è fantastico?
Chiunque abbia creato questi dolci squisiti, siamo grati per averli nella nostra vita. Ma non possiamo fare a meno di amare le storie contraddittorie e misteriose che ci circondano. E voi, quale leggenda preferite?
Le chicche di Pamela
Libri che vi consiglio
Se volete conoscere i segreti del borgo vi consiglio di acquistare il libro (link di seguito):
Volterra segreta Storie e leggende dal cuore della Toscana di Franco Porretti.
Tra i libri sui vampiri, vi suggerisco di approfondire la saga di Twilight, sebbene ritenga che probabilmente li abbiate letti già tutti.
Cinematografia
Ritratto di donna velata: sceneggiato della RAI del 1974
Vaghe sulle dell’Orsa… un film del 1965
I Medici, serie televisiva Rai ( di cui non ho perso nemmeno una puntata)
Mi Rasna: Io sono Etrusco, è un videogioco dove l’ambientazione è basata su ricerche storiche e sui manufatti etruschi, e tra i vari paesi c’è Volterra.
Inoltre il nome del borgo è stato menzionato nel libro: New Moon della Mayer, invece nel film le riprese sono state realizzate a Montepulciano.
"Chi ha bocca vuol mangiare" proverbio toscano
Volterra è una terra ricca di formaggi e salumi: famosissimo il Pecorino delle Balze Volterrane DOP dal sapore dolce ma piccante e dal retrogusto di cardo selvatico, erbe aromatiche e fiori, e il Prosciutto di cinta senese, dal gusto intenso ma bilanciato.
Se volete acquistare direttamente dal produttore vini, formaggi, oli da portare a casa o da regalare vi lascio i link:
Frantoio dei Colli Toscani: nell’ottobre 1994 il Frantoio iniziò a produrre olio extra vergine di oliva.
Caseificio G. Pinzani è l’unico sul territorio nazionale a produrre pecorino a latte crudo in modo strutturato.
Fattoria Lischeto: vendita formaggi, l’attività ha avuto inizio nel 1991, mettendo a frutto l’esperienza e le conoscenze tradizionali nel campo della pastorizia.
Dove abbiamo soggiornato
La capanna di panpepato
Che meravigliosa scelta abbiamo fatto per il nostro soggiorno! Abbiamo optato per “La Capanna di Panpepato”, a soli 2 km da Torri, per poter esplorare a fondo i suggestivi borghi medievali toscani.
La prenotazione è stata effettuata su Booking e la gentile proprietaria ci ha fornito via email un elenco dettagliato dei tesori da non perdere e delle strutture vicine, dai migliori ristoranti ai supermercati più convenienti.
E che dire della casa?
Immacolata, con un giardino incantevole in cui abbiamo trascorso giorni rilassanti e gustosi, tra grigliate di carne e verdure.
Ma la vera sorpresa è stata la Coop di Rosia, dove abbiamo acquistato cibo genuino dal profumo e dal sapore inebriante!
Vi suggeriamo caldamente di fare una visita qui, ma non dimenticate che gli animali non sono ammessi (peccato!) avrei voluto portare Artù.
La tua guida
Ciao
sono Pamela appassionata di viaggi, borghi e castelli medievali, ho un debole per le armature e quando le vedo non resisto a non toccarle!
Nel tempo libero mi piace immergermi nella lettura, mi definisco una divoratrice di libri e amo la natura e gli animali, i miei preferiti sono i cani e gli asinelli.
Ma soprattutto amo scrivere.
Se ti piacciono i romanzi gialli, dovresti dare un’occhiata ai miei ultimi titoli!
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